Ecobiosistemica

L’Ecologia Umana è sia una metodologia di ricostruzione culturale ed interpersonale, come una prospettiva valida per affrontare problemi di tossicodipendenza, difficoltà sessuali e di vita affettiva, manifestazioni di violenza che mettono in pericolo la vita civile e la coesistenza. È un modo nuovo di capire l’amore e la convivenza sociale che guarda al mondo contemporaneo. E’ una mediazione concettuale che può servire come cassetta degli attrezzi nell’autogestione di processi di ricostruzione affettiva e valorizzazione interpersonale, priorità culturali del mondo occidentale.

James Lovelock, classe 1919, il 26 luglio scorso ha compiuto 101 anni. Scienziato, ecologista, futurista, visionario. Sono tanti gli aggettivi usati per descriverlo. Ma il suo nome è particolarmente noto tra gli appassionati di fantascienza grazie alla sua “ipotesi di Gaia”.

Nell’intervista della BBC, realizzata per il suo compleanno, Lovelock si mostra decisamente ottimista. “La maggior parte dei paesi mostra di aver compreso la drammatica situazione di Gaia”, sostiene. “Si stanno cercando nuove forme di energia, alternative al nucleare, senza sconvolgere l’equilibrio del pianeta”. E quando gli chiedono del coronavirus, si dimostra outsider come in molti momenti della sua carriera. Il centenario scienziato, infatti, si dice non troppo meravigliato per l’attuale pandemia. “In un’ottica di equilibri naturali – sostiene – il coronavirus non è altro che un modo con il quale il pianeta risponde alla crescita della popolazione, regolando l’accesso alle risorse.

La “coppia ecologica” è un sistema umano che presuppone un progetto di vita nel quale ognuno porta le sue capacità per la “crescita a due”. Questo processo connette la coppia con la salute, con la sessualità, con la creazione del focolare, con l’affettività e con il senso trascendente dell’atto di vivere insieme. Così, i membri della coppia non solo creano benessere ma anche felicità.

Conseguentemente, non è possibile sostenere che la differenza tra un sistema aperto ed uno chiuso è il fatto che uno riceve un’influenza esterna e l’altro no, poiché tutti i sistemi, in pratica, la ricevono. Allora, a che cosa si riferiscono i pensatori sistemici, con von Bertalanffy in testa, quando distinguono sistemi chiusi ed aperti? Essi stabiliscono una serie di altre importanti differenze, delle quali analizzaremo il tipo di retroazione presente in ognuno di essi, perché è una differenza rilevante nel contesto della teoria del caos.

 

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