Nei sistemi complessi la spiritualità diventa organica

L’attribuzione di spiritualità a un Essere complesso come una persona non implica necessariamente che quella persona pratichi una religione o creda, in generale, all’esistenza dello spirito; in questo caso la spiritualità è vista piuttosto un “modo d’essere” che evidenzi scarso attaccamento alla materialità.
Prendo da Wikipedia l’indicazione che più si avvicina al mio sentire.
Acquisita la conoscenza del comportamento delle particelle del nucleo atomico, la scienza ha finito di sezionare, separare, dividire ( riduzionismo analitico ) e ci può solo essere la consapevolezza che la vita viene prima dell’uomo. Prendendo esempio dalla stabilità dinamica dell’atomo è naturale aggiungere vita alla vita sempre di più, eliminando il superfluo verso la sobrietà.
Quando l’energia circola liberamente in tutta la complessità sistemica dei nostri organismi, sciolte anche le eventuali corazze esistenziali, la spiritualità è l’espressione dell’inconscio vitale. E’ viscerale il desiderio di stare nella serenità.
Con la percezione amplificata si entra nell’essenza della realtà evitando schemi e manipolazioni, imparando a fare fluire il dolore senza sottolineare gli ecofattori negativi. La percezione amplificata è un contenuto inconscio naturale che possiamo verificare nei potenziali dall’autorganizzazione ( embrione ), all’autoregolazione ( omeostasi ), all’autoevoluzione.
Energia e materia sono due aspetti della stessa realtà. Sono solo due forme di accelerazione diverse.
Qui e ora : pensando alle diverse intensità dell’energia elettrica, forse potrebbe essere possibile misurare l’intensità dell’energia negli esseri umani? Si certo non è sempre uguale, però un’approssimazione tra uno stato ottimale ad uno mediocre, darebbe l’idea dell’intensità energetica di ogni singolo individuo. Un pò come si misura la pressione del sangue……però darebbe indicazioni sull’intero sistema dell’organismo. Un salto quantico per la prevenzione?
Il concetto di “ Inconscio Vitale” è stato proposto dal neurologo prof. Rolando Toro per riferirsi allo psichismo cellulare. Esiste una forma di psichismo degli organi, tessuti e cellule che obbediscono ad un “senso” globale di autoconservazione. L’inconscio vitale dà origine a fenomeni di solidarietà cellulare, creazione di tessuti, difesa immunologica e, nel complesso, al funzionamento con successo del sistema vivente.

Questo “psichismo” coordina le funzioni di regolazione organica e l’omeostasi; possiede una grande autonomia riguardo alla coscienza ed al comportamento umano. L’inconscio vitale è uno psichismo che crea regolarità ed ha la tendenza a mantenere funzioni stabili.
Le manifestazioni dell’inconscio vitale nella complessità dello scenario della cosienza quotidiana sono: L’umore endogeno ( euforia, gioia,depressione ), il benessere cinestetico ( eutoforia) e lo stato generale di salute. L’importanaza del concetto di inconscio vitale proviene dalla possibilità d’intervenire nella fisiogenesi della nostra esistenza con obiettivi di salute. Il concetto di Inconscio Vitale permette di comprendere in profondità il Principio Biocentrico, come tendenza cosmica che genera la vita. L’inconscio vitale è in sintonia con l’essenza vivente dell’universo. Quando questa sintonia è perturbata, inizia la malattia.
L’atto di guarigione sarà compreso allora, come un movimento per recuperare questa sintonia vitale con l’universo.
Esaminiamo brevemente questi tre livelli dell’inconscio.

Inconscio personale: descritto da Freud. Possiede una dimensione biografica, si nutre della memoria dei fatti vissuti, specialmente durante l’infanzia. Si genera nell’incontro delle tendenze genetiche con gli ecofattori che stimolano o inibiscono i potenziali.

Inconscio collettivo: descritto da Jung. Si nutre della memoria della specie.

Studia gli archetipi che sono comuni a tutta l’umanità. Il suo obiettivo è la rivelazione del self ( il sé), il processo d’ndividuazione.

Inconscio vitale: Si esprime attraverso l’umore endogeno, il benessere cinestetico e lo stato globale di salute.

Dall’inconscio vitale alle scienze sociali.

Osservando l’onda crescente di coinvolgimenti collaborativi, tra gli esseri umani che si stanno gradualmente spogliando degli schemi dell’individualismo: quando cominciamo a sentirci parte della rete che ci unisce, non è più importante l’origine che ci ha spinti a cercare. Le coincidenze aumentano a livello esponenziale, le capacità interattive delle nostre cellule si esplicano senza la nostra volontà.

Internet è l’estensione del nostro cervello.

L’indiano d’america che posa l’orecchio a terra per ricevere segnali che lui può interpretare ……e le dita che scorrono sulla tastiera hanno la stessa funzione. Nelle nostre ricerche ecco la biologia esprimersi in ogni tasto digitato L’evoluzione del mezzo per connetterci conferma la danza cosmica che si esprime nella nostra creatività e nei nostri movimenti, unendoci alla totalità.

Che succede mentre un organismo si collega al mondo con il pc?

Al contrario della passività nel guardare la tv, abbiamo un organismo che collega la propria personale complessità biologica ad altre in modo interattivo. La creatività è una pulsazione tra uno stato di coscienza amplificata e contenuti del profondo inconscio. E’ collegata ad una percezione amplificata della coscienza cosmica e si unisce al Sogno. Anche per difenderci dai banali memi urlanti è piacevole dare spazio all’autoevoluzione. Si vanno a creare contenuti vitali.

Sappiamo che le scienze sociali sono ipercomplesse. Hanno una difficoltà specifica molto più elevata che non la chimica o la fisica. Sembrano più facili perchè possiamo parlare con altri esseri umani ma non con atomi, cellule, molecole. Ecco quindi il paradosso delle scienze sociali. La familiarità produce sicurezza che a sua volta suscita incuria ed errori. E’ utile riconoscere che il comportamento sociale umano ha in definitiva avuto origine dall’evoluzione biologica.

Soprattutto l’economia fa parte delle scienze sociali. Posso solo dare riferimenti personali. Aumentando l’inconscio vitale ho diminuito i miei consumi, prima gradualmente, poi esponenzialmente, frequentando una formazione esperienziale le cui basi stanno nella neurobiologia, nell’affettività culturale e nell’unire polarità. (intersezioni )

Es. fondamentale: coscienza amplificata e regressione.

Posso tranquillamente dire che i bisogni indotti svaniscono, quando diamo la priorità al nutrimento della collaborazione, dell’empatia, e della qualificazione affettiva, per poi entrare in connessione con se stessi, con l’altro, con la totalità in modo ecologico ( etica ) sapendo di poter gestire le emozioni.

In un ritmo personale che include la differenziazione, possiamo poi mantenere una forte e chiara identità, alla quale aggiungiamo l’aumento dell’attenzione e il pensiero sistemico con il quale passiamo dal particolare all’insieme e dall’insieme al particolare nello spazio di un respiro.
Ecco che cambia così la risposta dualistica del pensiero analitico soltanto, in una risposta consapevole e armoniosa.
La spiritualità scientifica è la magia degli esseri umani quando si connettono con la madre Terra e l’universo tutto. E’una magia di trascendenza che entra nel cuore e nella mente. Il cuore diventa pensante e la mente senziente. La cultura ascendente ci porta anche alla magia del Sogno. Il sogno lucido è l’unione del sonno con la veglia. Concludo con: “ogni avvicinamento a una qualche verità è sempre scaturito dalla conciliazione di dualità inconciliabili.”
Non posso tralasciare queste indicazioni di E. O. Wilson. Ogni disciplina nel campo delle scienze sociali regna tranquillamente all’interno del domino spazio-temporale che si è scelta, purchè si dimentichi quasi completamente delle altre. Ma dalla mancanza di una vera e propria teoria sociale deriva l’estenuante incapacità delle scienze umane di comunicare con quelle naturali e anche tra di loro. Se le scienze naturali e sociali vanno unificate, in entrambi i campi le discipline vanno definite in base ai segmenti spazio-temporali che inglobano, e non soltanto in termini tematici, come è successo in passato; inoltre devono essere collegate tra di loro.
In effetti un movimento di convergenza è già iniziato. A causa della rapida espansione tematica negli ultimi decenni, le scienze naturali si stanno avvicinando a quelle biologiche.. Attualmente esistono quattro ponti che attraversano lo spartiacque.

  1. Il primo è la neuroscienza cognitiva, o scienza del cervello, che utilizza elementi di psicologia cognitiva. Questa disciplina, che studia la base fisica dell’attività mentale, mira a risolvere il mistero del pensiero conscio.
  2. Il secondo è la genetica del comportamento umano, che attualmente sta iniziando a staccarsi dalla base ereditaria del processo, incluso il ruolo modellizzante dei geni sullo sviluppo mentale.
  3. La terza disciplina che fa da ponte è la biologia dell’evoluzione, inclusa la sociobiologia che è una sua figlia ibrida; in questo ambito i ricercatori stanno tentando di spiegare le origini ereditarie del comportamento sociale.
  4. Il quarto ponte sono le scienze dell’ambiente. Il legame tra quest’ultimo campo e la teoria sociale sembrerà forse debole, ma in realtà non lo è. L’ambiente naturale è il teatro nel quale si è evoluta la specie umana, e al quale la fisiologia e il comportamento si sono adattati. Né la biologia umana né le scienze sociali avranno un ruolo davvero determinante finchè le loro visioni del mondo non prendono in considerazione questa ineluttabile cornice.

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